L’Oltrepò Pavese terra di mezzo tra quattro regioni, zona collinare e montana, dal clima temperato. Composizione argillosa, calcarea e gessosa dei terreni armonizzati dal sapiente e tenace lavoro dei contadini che l’hanno plasmato per una terra vocata alla viticoltura: 107.000 ettari. Unico lembo in Lombardia a comprendere i rilievi appenninici. Conosciuto oggi per il la produzione di vini di qualità e per alcune particolarità nascoste ai più: flora, fauna, archeologia, arte, musica, architettura, economia. I suoi sapori inconfondibili: salumi, ravioli, funghi e tartufi. La conservazione delle razze in estinzione, le api per la produzione di miele, gli allevamenti avicoli, le mucche nei suoi prati. Torrenti di montagna e il fiume Po’, le acque e i suoi pesci, le rane. I boschi e la selvaggina. Gli alberi come santuari, per la legna, nido per gli uccelli. Le orchidee, la camomilla. Notti di gufi, di faine e cinghiali. La sera, vita sociale nei paesi, serate danzanti al ritmo della fisarmonica con Stradella capitale. Tracce del passato nei castelli, rocche, antichi borghi e musei da scoprire. Tempo libero per perdersi in un viaggio libero dal tempo, da raccontare. Ospitalità e Vino.
Un piccolo borgo di 600 anime in Oltrepò. Citato nel 1184 in un documento di contesa tra Pavia e Piacenza, passato sotto il dominio dei Savoia nel 1743, annesso al regno di Piemonte e Sardegna. La frazione Sparano, un dolce orizzonte di pampini, appena sopra il comune, comunità a sé stante a partire dall’età medioevale. La Possessione Sparano Capelli succeduta da quattro generazioni alla famiglia Maggi.
La mia
famiglia
I ricordi di
un tempo: il nonno e i mezzadri abituati a lavorare tra le viti nella calura
estiva con abiti in lana e la lobbia; il canto delle cicale, le pesche succose
nel vigneto, il volo danzante delle rondini, il frinire dei grilli, la luna
grande amica della sera, i gufi, i ramarri, le rane verdi, il temporale estivo
e la paura per la grandine, il rosario le sere di maggio e le lucciole, le
galline della nonna libere in cortile, il grano con i papaveri e l’odore del
fieno, lo spazzacamino, lo stagnaro, le bellissime nevicate con le impronte
degli uccellini, le briciole sui davanzali, la scodella di neve con un po’ di
zucchero, i ghiaccioli del gelo da succhiare, le braci a letto per il caldo, il
Natale con il presepe e le cose buone: i ravioli e la gallina fumante, il dito
nel bicchiere del vino rosso dolce per assaggiarlo. Il compleanno del bisnonno,
la torta bicolore e la malvasia dolce. Il nonno, l’orto, le carte da gioco e il
bicchiere di Barbera. Il papà imprenditore, grande lavoratore. La mamma
accogliente e sorridente, le tavolate di amici e le sue pietanze. Poi
l’Università e infine la passione per il vino buono, generoso, come lo faceva
la mia famiglia, incontrastato Re delle tavole. Si riparte: ristrutturazione
delle vasche in cemento, nuova sala accoglienza, nuova veste alle bottiglie,
maggior attenzione alla campagna e in cantina. No additivi, no chimica. Il
rispetto della natura e del consumatore sono importanti. La tradizione dei
nostri VINI NATURALI.
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